— oh my marketing!

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Formazione

Ho provato, con Roberto Ghislandi, a fare una cosa un po’ nuova nel mondo della formazione di marketing.

Si chiama “Il Buon Marketing” ed è un corso proposto con alcune peculiarità, tra cui la condivisione online via Twitter (#buonmarketing) per coloro che non vogliono/possono trascorrere due giorni a Milano.

In realtà, il corso (molto completo, che spiega tutti gli argomenti essenziali della presenza online) lo tiene quasi tutto Roberto, io mi limito alla parte sui social media.

Mi è piaciuto studiare l’operazione nel suo complesso, cercando di fare del “buon marketing” fin dall’ideazione del corso, che viene proposto – tra l’altro – a condizioni favorevoli ad alcuni gruppi di persone (team aziendali, singoli studenti, persone senza lavoro, blogger/webmaster, coworker).

E per divertirci di più, ci siamo inventati anche lo Sconto Social, che sarebbe un altro modo di dire “più siamo e meno si paga” 😉

Penso che il corso possa essere una risposta valida all’esigenza – che sento da più parti – di imparare a muoversi bene sul web in modo completo, secondo un piano equilibrato, che sappia gestire i social network e leggere le analytics, facendo anche dell’email marketing sensato e magari delle giuste azioni su Google Adwords.

Insomma, del buon marketing.

Le slides qui sotto raccontano il progetto, su Facebook c’è una pagina evento, mentre su buonmarketing.it c’è la presentazione completa, con modulo di iscrizione.

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Confartigianato Udine mi ha invitato a parlare, sabato mattina, nell’ambito della Salone per l’orientamento allo studio e alle professioni “YOUng”.

Ora, a parte il fatto che scrittura e artigianato sono per me concetti molto vicini, quello che mi ha incuriosito (e impegnato) nel preparare la relazione è stata quel senso di impotenza rispetto alla platea.

Si tratterà infatti di giovani, prevalentemente in età di scuola superiore, ai quali dovrei parlare di social media per l’azienda artigianale.

Spero che le mie slides non li lasci indifferenti e critici, come sono spesso – giustamente – i nostri teen-ager davanti a consulenti, sedicenti esperti e grilli parlanti vari.

Insomma, se sono onesto devo ammettere che tra un amministratore delegato e un sedicenne, quello che temo (e forse rispetto) di più è il secondo. A sabato.

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Mi avvicino al libro, appena uscito, di Federica Dardi con un bel pregiudizio positivo: conosco e stimo Federica da tempo.

Questo rende tutto più difficile, se pensiamo all’obiettività della mia futura recensione, ma anche più piacevole, se pensiamo alla mia vita 🙂

Obiettivamente: l’autrice è su Twitter dal 2007 (@elisondo) ed ha significativa esperienza nel campo delle internet p.r. aziendali. Attualmente lavora per la sua casa editrice, Apogeo, come junior editor e coordinatrice dei presidi online dell’editore.

Ops, quasi dimenticavo: su Twitter l’hashtag è #ApoTwitter. (Non sapete cos’è un hashtag? Comprate questo libro!).

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Come dicevo, sarò tra gli oltre 100 autori del nuovo Dizionario Enciclopedico Treccani Informatica, ICT e Media Digitali.

Queste le voci che mi sono state assegnate:

  • Oh my news
  • Berners-Lee Tim
  • WordPress
  • Mailbox
  • Craigslist
  • Tripadvisor
  • Flame
  • Feed
  • Neutralità della rete
  • Postare
  • Lurker
  • Barcamp
  • Nerd 2.0
  • Packaging
  • Corporate Blogging
  • Coda Lunga
  • Word of Mouth
  • Anderson Chris
  • Effetto Virale
  • The Age of Conversation
  • Co-Creation
  • Desmoblog
  • English Cut
  • Freemium
  • Godin Seth
  • Liveblog
  • Lulu
  • MacLeod Hugh
  • Nielsen Jakob
  • Passaparola
  • Advertising
  • Footer
  • Reputation Marketing
  • Teaser
  • Unique Selling Proposition
  • Punto informatico

Se qualcuno è interessato a partecipare alla stesura dell’opera, scriva subito una mail al responsabile: la ricerca degli autori non è conclusa.

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Il Dizionario Treccani dell’Informatica, ICT e Media Digitali mi ha coinvolto nella compilazione di alcune sue voci.

Ho appena ricevuto l’elenco di tutti i lemmi che devono essere redatti, e solo scorrere l’elenco è una esperienza… da cui il titolo del post.

Insieme all’elenco dei lemmi, ho ricevuto una nota che mi invita a spargere la voce: si cercano autori.

Quindi, se pensate di poter scrivere delle voci di questo nuovo dizionario, fatelo sapere a me o a Roberto Ghislandi.

E adesso vado a vedere cos’è l’Apocalisse dei due Elefanti.

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Ho letto questo libro di Edmondo Berselli sull’abbrivio di una straordinaria recensione di Ilvo Diamanti, firma di Repubblica che leggo sempre con piacere, in cui questo testo viene presentato come:

Il testamento di Berselli per una società più giusta.

E se l’economia può far soggezione, la società più giusta è già un concetto che sento più vicino.

E che mi invoglia a scrivere, che sento sulla pelle tutti i giorni.

In fondo chi ci ha rimesso i risparmi con la Cirio o la Parmalat è gente normale come me… e la copertina del libro promette:

Dopo l’imbroglio liberista, il ritorno di un mercato orientato alla società.
Una via cristiana per uscire dalla grande crisi.

Concordo con tutte le premesse dell’autore, mi sono lasciato affascinare dall’acutezza dei riferimenti, ho infinitamente apprezzato le aperture culturali poste con elegante nonchalance, tono sempre leggero e sostanza profusa a piene mani.

Senz’altro un maestro (uno che sintetizza il sessantotto così come lo chiamate? “La sconfitta peggiore è quella di avere creduto per tanto tempo nella rivoluzione impossibile, come se fosse una soluzione politica praticabile, e avere dimenticato che le società avanzate vanno modificate con la fatica lenta delle riforme, non con i sogni rivoluzionari. Ci vuole l’utopia concreta che si approssima con il pragmatismo, mentre troppo spesso i sogni hanno la cattiva tendenza di diventare incubi), che mi rammarico di non aver seguito prima, quand’era ancora in vita.

“L’economia giusta” è infatti il libro che ha scritto durante la malattia, nei suoi ultimi giorni.

Il liberismo sfrenato, le superstizioni spacciate per verità (“i soldi che fanno soldi”), l’illusione della crescita senza limiti… come non essere d’accordo?

E proprio questa sintonia assoluta che crea con il lettore (con me di sicuro), prepara il terreno per una conclusione forte, all’altezza della lucidità critica di queste pagine, una rivelazione cui un’intelligenza di questo livello non può non arrivare.

“La via cristiana per uscire dalla grande crisi”, come dice appunto la copertina.

E invece… l’ultimo capitolo del libro “Una via d’uscita” descrive una ricetta un po’ blanda, sensatissima ma improbabile, come il consiglio saggio detto a mezza voce nel frastuono del Titanic che affonda.

Almeno secondo me.

«Come terapia sociale, occorrerà guardare alla nostra storia, per vedere su cosa si è fondata. Ed è superfluo ripetere  che alle nostre spalle c’è un passato di redistribuzione, quel sistema realizzato dalle democrazie  cristiane e dalle socialdemocrazie europee. Che non riuscirà a innescare di nuovo la crescita ruggente all’americana, ma proverà a restistere agli scossoni dell’economia».

«Dovremo abituarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri. Ecco la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l’abitudine».

Forse il messaggio è: abbiamo distrutto le utopie politiche, calpestato l’idea di una società etica, ignorato le potenzialità del capitalismo responsabile, il minimo che può succederci è rimanere con meno soldi in tasca.

E – quel che è peggio – con la miseria nell’anima.

E’ questo che volevi dirci, grandissimo Edmondo?

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Lunedì 24 gennaio alle 12.00, Formato Famiglia – la trasmissione di Tv2000 che trasmette sul canale 801 di Sky e sul canale 28 del digitale terrestre – mi ha invitato a parlare, insieme ad altri ospiti, di “internet per le famiglie” dal punto di vista “business”, cioè cosa può fare un privato, una famiglia, per iniziare a proporre un’attività commerciale sul web.

Non sono pratico di studi televisivi ed ho esitato un po’ ad accettare, poi mi hanno ricordato che su questi argomenti ho scritto un libro, e con il web ho creato una rete di spazi condivisi in tutta Italia… sveglia Max!
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Web Marketing Garden, insieme a Laura Coppola e al sottoscritto ha prodotto un nuovo diabolico ebook gratuito della serie Horror. Stavolta l’orrore da evitare è la burocrazia che ti impedisce di farti finanziare i corsi di formazione.
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“Il diritto a una vita relazionale piena e attiva”.

Se non sbaglio era questo il “grido di guerra” del vicesindaco di Venezia Michele Vianello, nei mesi in cui si batteva per dare alla città di Venezia il wifi gratuito.

La visione alla base di questo progetto, divenuto realtà nell’estate del 2009, è l’oggetto di questo libro.

Lo voglio leggere perché, come non mi stanco di ripetere, tifo per l’Italia e per le eccellenze che è in grado di esprimere. Troppo spesso cerchiamo esempi da seguire oltreoceano, e ci dimentichiamo dei maestri che vivono e lavorano nei nostri confini.

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