— oh my marketing!

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Formazione

Avevo scritto:

Non che ci creda (il titolo di questo libro fa già pensare che il marketing sia qualcosa che si risolve semplicemente con l’uso di qualcos’altro), però sono convinto che bisogna sempre cercare di informarsi prima di parlare.

Devo dire che, dopo essermi informato, non ho cambiato idea.

Va detto però – a difesa del libro – che è stato reso improvvisamente obsoleto dall’aggiornamento della piattaforma Facebook, che è avvenuto in marzo.

Il passaggio – importantissimo per le aziende – alle pagine pubbliche equivalenti a quelle personali, cioè con la possibilità di inserire status, commenti, ospitare post di altri, e fare le cose che tutti sappiamo, è infatti iniziata a marzo 2009. Allo stesso modo non c’era ancora Facebook Connect (di cui si è parlato anche al Facebook Garage di aprile).

Il che fa molto riflettere sulla longevità di volumi come questo, a mio parere più operativi che strategici: il libro era stato ristampato da pochi mesi.

Il libro in una frase:

Se volete sapere com’era facebook due anni fa, nella visione di un immobiliarista web-oriented, prego!

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Tra i libri in uscita in questi giorni, un po’ prima del mio, c’è anche L’Italia che Innova di Giorgia Petrini. E se pensate che ci sono troppi libri da leggere, ricordatevi che Tom Peters ha detto:

Se spendete 10 dollari per un libro e quello vi dà una buona idea avete fatto l’affare della vostra vita.

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Sono curioso (e un tantino ansioso, perché negarlo) di vedere com’è! Intanto, sul sito di Invertising, dedicato all’inversione di marcia dell’advertising, si può scaricarne un capitolo. In bocca al lupo, Paolo!

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=CYab2AgXpbc]

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Ho già detto quando parlavamo di consigli inutili che per me (e credo per chiunque svolga un lavoro con passione) la questione dei maestri è fondamentale.

Per maestri intendo quelle figure che all’inizio della tua carriera ti fanno capire dove orientare il tuo sacro fuoco professionale, come gestirlo, in definitiva: capire quello che stai facendo.

E’ sempre stato difficile, ora forse – con la difficoltà di trovarsi un lavoro, lasciamo perdere i maestri – è impossibile. Anche se la rete ci può venire in aiuto (chi scrive sta per compiere 49 anni e non disponeva di internet, quando cercava disperatamente qualcuno che gli insegnasse qualcosa). A proposito, avete mai letto un blog dall’inizio alla fine? Beh, è un buon modo di imparare da qualcuno che stimate, io l’ho fatto con Hugh MacLeod.

Per me la sfida è continuata anche oltre gli anni iniziali.

Dopo aver lasciato le grandi agenzie di pubblicità che mi hanno insegnato tutto (dove i maestri, buoni e cattivi, non mancavano mai), ho scoperto che potevo imparare dai clienti. Questa frase, imparare dai clienti, sarebbe suonata come una specie di eresia, negli anni in cui copy e art erano i sovrani assoluti della comunicazione (i mitici ottanta), eppure contiene molta verità, imho.

Negli ultimi sviluppi del mio lavoro della mia vita, ho capito che quando gira la domanda “vediamo chi è il più vecchio qui dentro” vinco quasi sempre io.

E trovo, tra le persone che mi aiutano a capire quello che faccio, gente di 10-20 anni più giovane di me.

[I “consigli inutili per giovani creativi” sono una serie (inutile) iniziata qui, continuata qui e poi qui e qui e qui e anche qui].

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La Fondazione Mind the Bridge (che secondo me è una figata pazzesca, e non perché ne faccia parte…) offre un’opportunità di stage a laureandi e neolaureati in discipline economiche, fortemente interessati a temi quali imprenditorialità, tecnologia, innovazione.

La figura andrà a rafforzare la struttura italiana della Fondazione.

Per ulteriori informazioni e per candidarsi rivolgersi al mitico gscoditti@mindthebridge.org.

Deadline 10 gennaio!

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Sì ma, dove si fanno i soldi?

Per sapere come rispondere a questa difficilissima domanda immancabilmente presente in tutte le riunioni dove si inizia a parlare di strategie di marketing 2.0, mi sono preso questo libro di Amy Shuen.

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Dopo molto tempo che non scrivo dei libri che leggo, riprendo da dove avevo lasciato: il minicapolavoro di minimarketing. (E’ stato sul comodino appena un anno…)

Essendo Gianluca Diegoli uno dei referenti del nuovo marketing in Italia, ed essendo il suo libro stato scaricato oltre 10.000 volte, mi pare che la rete ne abbia già decretato il meritato successo.

Tento di aggiungere qualche considerazione:

1. Gianluca non solo sa quello che scrive ma sa anche come scriverlo (due talenti al prezzo di uno)

2. La scelta stilistica delle minitesi è una vera chicca

3. Il successo dell’ebook ha le sue radici nella credibilità del suo autore, e questo, a mio modo di vedere, rappresenta la prova provata di cosa può fare una reputazione ben costruita

Non mi sottrarrò all’abitudine di raccontare il libro in una frase, anche se questa volta il libro da definire è lui stesso fatto di frasi 🙂

Se amate il mestiere del marketing ma odiate i mestieranti, spegnete il powerpoint e aprite le orecchie: il Diegoli ci mette pochi minuti a spiegarvi come si fa.

Concludo con un’ultima lode: quella relativa al rapporto quantità di informazione/tempo richiesto per assimilarla. Secondo me solo un pugno in faccia riesce a battere le 91 tesi…

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La prima sezione del libro (in tutto sono 3)(come quale libro? quello che sto finendo di scrivere, senti che titolo: Un etto di marketing – è un etto e mezzo lascio?), tenta di raccontare tutto il web che serve sapere in 100 parole, ognuna delle quali accompagnata da alcune mie considerazioni lunghe un capitoletto.

Ma siccome è un libro per salumieri, più che per manager maniaci della precisione, ne son venute fuori 109 (anche grazie a questa discussione, che ha allungato la lista).

Come sono?

1. Age of conversation – Un libro scritto dalla rete, a 100 mani.

2. Aggregatore – Lo strumento per “leggere la rete”, laddove leggere è sinonimo di ascolto.

3. Aggregatore sociale – Contenuti + condivisione.

4. Alert – Che si dice di te in rete?

5. Ascolto – Qualcuno sta parlando di te. Ascolta, forse ti verrà voglia di dire la tua.

6. Aziende con le Orecchie – Un luogo di conversazione online, dedicato a “chi pratica il marketing dell’ascolto in Italia, e come”.

7. Blog – Uno “strumento abilitante”, niente di meno ma neanche niente di più.
Un protagonista del marketing dell’ascolto talvolta sopravvalutato e spesso lasciato solo a ricoprire un ruolo più grande di lui.

8. Blogosfera – La grande comunità dei blogger: il popolo che posta, commenta, scopre, dialoga, riporta.

9. Carrefour – La forza della blogosfera, attivata da un bambino.

10. Ceo blog – Quando il boss decide di bloggare. Una scelta che ha illustri e illuminanti esempi.

11. Co-creation – Un caposaldo del “nuovo” marketing.

12. Coda lunga – La teoria che ha spiegato al mondo perché l’economia digitale non è come quell’altra.

13. Comunicato stampa – Uno strumento che cambia pelle, come tutto il resto.

14. Controllo, perdita del – Quando le aziende si concedono l’intelligenza di cambiare idea, come conseguenza di uno scambio informativo con il proprio mercato.

15. Cluetrain manifesto – Il manifesto che ha detto al marketing: “guarda che il mondo sta cambiando, sveglia!”

16. Community – Un possibile, futuro sinonimo di “azienda”.

17. Concorrenza – La concorrenza è all’ascolto? I vostri clienti ascoltano la concorrenza? La concorrenza può partecipare alla conversazione? La risposta è sempre sì: in una conversazione matura ed evoluta non si può far finta che i competitor non esistano.

18. Condivisione libera e gratuita – Chi non condivide vecchio è.

19. Conversazione – E’ tutto qui. Il potere del passaparola, forma pubblicitaria tra le piu antiche, ha trovato con Internet la sua epoca d’oro.

20. Convinzione – Come accade nel mondo reale, anche su internet qualcuno “ci fa”.
Queste persone non si ricordano che in rete tutto lascia traccia.

21. Creative Commons – La cornice di riferimento che ha creato la possibilità di riprodurre i contenuti in modo legale.

22. Critiche – Le critiche dei consumatori vanno accolte con gratitudine, perché sono segnali di attenzione, e occasioni di miglioramento.

23. Crowdsourcing – La scoperta che tutti possono avere un’idea utile.

24. Desmoblog, la tribù Ducati – Il blog che ha portato l’azienda a chiedersi “di chi è la Ducati?”

25. Digital Divide – La rete tende a unire il mondo, ma lo divide anche: in chi c’è e chi non c’è.

26. Edelman – Un colosso che ha imparato a proprie spese come ci si muove in rete.

27. Embed – Un verbo dal significato fortemente simbolico.

28. English Cut – Come salvare un business ottocentesco con un approccio da 21° secolo.

29. Enterprise 2.0 – Se il web suggerisce all’azienda un modo di essere.

30. Evangelista – Quando si crede in qualcosa, lo si dice a tutti.

31. Facebook – Il social network in blu, creato da un 19enne nel 2004 ed arrivato a 200 milioni di iscritti, 5 anni dopo.

32. Fake – Il peccato mortale del marketing dell’ascolto: essere fake!

33. Feed – Fame di informazione? Niente ti nutre come la rete!

34. Feedback – La risposta che viene dalla rete, la base su cui valutare le scelte.

35. Fiat – Un brand italiano che ha capito in fretta come muoversi su internet: ascoltando.

36. Fiducia – Una parola che vive una seconda primavera.

37. File Sharing – La rete è condivisione, non sempre controllabile.

38. Folksonomia – Sai che c’è? Decido io come organizzarmi l’archivio.

49. Free Knowledge – Tutto gratis? No. Però…

40. Freemium – Il modello di business inventato dalla rete.

41. Friends – E tu quanti amici hai su Facebook?

42. Global Microbrand – Quando la rete rende universali le cose locali, come una bottega artigianale, un produttore di vino.

43. Glocal – E’ un mondo sempre più piccolo.

44. Godin, Seth – Il calvo che non sbaglia un colpo.

45. Gratis come dono per la rete (prima dare, poi ricevere) – Il dono è la base di tutte le reti. Con buona pace dei business plan.

46. iPhone – L’oggetto che ha dato i superpoteri a tutti.

47. Human resources – La rete cambia anche il modo di cercare (e trovare) lavoro.

48. Innovazione – Una volta era il fiore all’occhiello delle aziende più evolute. Oggi è l’unica possibilità reale per sopravvivere.

49. Investimento (denaro, tempo, energia) – Il fatto che la rete sia immateriale non vuol dire che non costi niente.

50. Kriptonite – Il potere del passaparola: quello che Kriptonite ha insegnato al mondo (a sue salatissime spese).

51. Lego – L’esperienza di co-creazione di Lego Factory.

52. Lifestreaming – Teniamoci in contatto, in tempo reale.

53. Linguaggio informale – Come deve parlare un’azienda in rete? Non come un’azienda, ma come una persona. Sembra semplice, ma non lo è.

54. Linkare, linkare, linkare – Il filo rosso della rete, di post in post, verso ciò che mi interessa.

55. Liveblog – Un evento seguito in diretta e riportato su un blog, mentre accade.

56. MacLeod, Hugh – Da copywriter a eroe della blogosfera corporate, passando per Savile Row.

57. Marketing Reloaded – Un convegno, un libro, un’idea di rinnovamento di marketing partito dal Politecnico di Milano.

58. Metriche – La difficile misurazione dell’efficacia delle conversazioni.

59. Microblogging – Cosa stai facendo ora? Dillo alla rete!

60. Mosaico Arredamenti – Un caso di passaparola negativo tutto italiano, con tanto di querela e richiesta risarcimento danni per ben 400.000 euro.

61. Motori di ricerca – I google you!

62. Multicanalità – La molteplicità dei canali: un bel paradosso per chi vuole comunicare (e vendere) sempre lo stesso prodotto.

63. Naked Conversations – La bibbia di ogni corporate blogger, e di ogni azienda aperta all’ascolto.

64. Networking – Cos’è la rete se non un network di persone? Da qualche tempo coltivare il proprio network è diventato un’attività specifica.

65. Nome del blog – Il primo passo del blog, uno dei più importanti.

66. Open source – Quando i tecnologi individuano un trend epocale.

67. Partecipazione – Mai come nel marketing dell’ascolto “L’importante è partecipare”.

68. Passaparola – Niente di nuovo, a parte la potenza incredibile di internet.

69. Passaparola negativo – E’ molto più probabile che venga riportata una notizia cattiva che una buona.

70. Pazienza – Ascoltare, significa non dover mai dire “uffa!”

71. Peer-to-Peer – Una rete di computer senza gerarchie. E quindi – attenzione! – un posto dove non comanda nessuno.

72. Perché – Motivi e ragioni per ascoltare la propria base di utenti.

73. Permanenza delle conversazioni in rete – Come i diamanti, internet è… per sempre!

74. Permission Marketing – Quando il marketing imparò la buona educazione.

75. Persona – Chi è al centro del web?

76. Proximity marketing/Mobile marketing – Il messaggio giusto, sul territorio.

77. Pubblicità nell’era del marketing dell’ascolto – Ha ancora senso bombardare i consumatori di messaggi pubblicitari quando questi hanno capito che possono pretendere (e ottenere) un contatto diretto?

78. Quelli che Bravo – Il blog che raccontò la nascita di un’auto, forse il primo al mondo.

79. Referrals – Sappiate chi parla di voi.

80. Reputazione online, personale e aziendale – Tu non sei tu, sei quello che Google dice di te (titolo dalla GGD Milano7).

81. Roberts, Kevin (KR Connect) – Ceo blog, dal mondo della pubblicità.

82. Roi del blog – Return of Investment o Return of Influence? – La questione che non fa dormire i marketing manager.

83. Rss – Il fattorino elettronico che mi fa arrivare tutti i contenuti da tutti i siti che mi interessano, come e meglio dell’email.

84. Schwartz, Jonathan – Il ceo che blogga dal tavolo di cucina.

85. Sem/Seo – Search engine marketing/Search engine optimization – Cercare la visibilità su Google è un’arte nobile (quasi sempre).

86. Share – “Share this”: il precetto del contenuto interessante.

87. Skype – Quando la rete trasforma un gesto quotidiano come quello di telefonare.

88. Societing – Perché il marketing del nuovo secolo merita una nuova parola (parola di Giampaolo Fabris).

89. Spam – La carne in scatola tramutata in email spazzatura dal genio dei Monty Python.

90. Sroi (Social Return Of Investment) – Misurare il ritorno dell’investimento al di fuori del “mercato”.

91. Stickiness – Il contrario di ciò che che pensavamo tutti.

92. Stormhoek – Produrre vino in Sud Africa e venderlo in tutto il mondo grazie a un copywriter inglese.

93. Streaming – La vita in rete, in diretta.

94. Technorati – La casa internazionale dei blog.

95. Tag – Ti ho taggato in una foto…

96. Tempestività – I tempi della rete sono tre: ora, subito, immediatamente.

97. Tono di voce – Prima di parlare, pensa a come farlo (se vuoi che qualcuno ti ascolti).

98. Trasparenza – “We are in the age of the Transparency Tiranny”.

99. Twitter – Decine di milioni di utenti, uno status da star dei media e (ancora) niente profitti.

100. User-generated content – Crea la tua pubblicità, il tuo marchio, il tuo prodotto.

101. Virale – Una moda… contagiosa.

102. Virtual workspace – Come cambia il lavoro, così cambiano gli ambienti in cui si svolge.

103. VoIP – La voce viaggia su internet.

104. Weinberger, David – Il guru che ha visto lungo.

105. Wiki – Mettiamo insieme la conoscenza. Magari facciamo la più grande enciclopedia della storia del mondo.

106. Wikinomics – La collaborazione di massa che cambia le cose.

107. WordPress – Bloggare non è mai stato così facile.

108. YouTube – Broadcasting yourself.

109. Zopa – Il prestito sociale che bypassa le banche. Un’idea che l’Italia non ha voluto meritarsi.

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio)?” di Massimo Carraro, ed. Alpha Test, sarà in libreria a fine gennaio 2010. Per avere un codice sconto del 20% senza obbligo di acquisto basta una mail.

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L’agenda è tiranna, e a malapena si riesce a fare un post di corsa, figuriamoci andare tre giorni ad assistere a una sfilza di presentazioni una più interessante dell’altra, dentro un posto fantastico come Hub Milano!

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Qui i dettagli. Sarebbe bello vedere arrivare un lettore di ohmymarketing!

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