— oh my marketing!

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Un Etto di Marketing

By Andrea Gori/Da Burde, chi altri! Grazie Andrea, questa foto è un regalo bellissimo per me. (A proposito del libro: prossime presentazioni: Milano 3 marzo, Udine 26 marzo, vediamoci!)

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E’ sempre bello, ma questa volta è speciale! E una festa ce la meritiamo proprio. (Per chi è su Facebook, qui c’è la pagina dell’evento).

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E’ da oggi disponibile sul sito AlphaTest (oltre che in libreria, in autogrill e al telefono) il libro Un etto di marketing (E’ un etto e mezzo, lascio?) che i lettori di questo blog ormai conoscono quasi quanto me.

Mi pare il momento di dire una parola importante a tutti quelli che, in mille modi, mi hanno supportato con questo libro:

grazie.

Il libro sembra riuscito bene, e chi l’ha avuto in mano ha trovato piacevole il primo impatto.

Oggi pomeriggio mi sono ritrovato a usarlo per cercare delle fonti in riunione e mi è sembrato un bel manualetto, con le sue varie parti dedicate alle 100 cose da sapere, i casi famosi e non, gli strumenti, la bibliografia, il blogroll e l’indice analitico.

Spero vi piacerà. Se volete acquistarlo, qui lo trovate con il 10% di sconto (per avere il 20% scrivetemi una mail per favore, ma veloci perché vale solo fino a fine mese).

Le spese di spedizione sono incluse nel prezzo, e non preoccupatevi se il sito dice che dovete raggiungere la soglia dei 15 euro: non è così, me lo ha confermato l’editore e ho provato io stesso.
(Il prezzo di copertina è di 14,50 euro, con il 20% di sconto vi costerà 11,60, spedizione inclusa).

Infine, se invece di comperarlo volete solo consultarlo, entro breve ne dovreste trovare una copia per consultazione all’interno di ogni coworking Cowo.

Ho infatti pensato di “presentarlo” contemporaneamente in tutti i 29 Cowo del nostro piccolo-grande network, rendendolo così accessibile a tutti i nomad workers ospiti degli spazi di coworking.

Un bel po’ di marketing, infatti, l’ho imparato seguendo i Cowo…

.

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Fabio Zanet, titolare dell’azienda di ecommerce di cartucce, toner e consumabili per l’informatica Nextink, conclude la serie delle interviste pubblicate sul mio libro Un etto di marketing, tra poco in libreria.

L’aver dato voce a persone di validità indiscussa, ma non molto note nei “giri” del marketing è una delle cose che mi danno più soddisfazione del libro.

Ma lasciamo la parola alla visione – pragmatica e appassionata – di Fabio.

INTERVISTA A FABIO ZANET (NEXTINK).

Ti sei avvicinato al web per promuovere la tua azienda, o eri già un appassionato di informatica?

Sono un appassionato di informatica da sempre, quindi tutto ciò che ruota intorno a questo mondo suscita in qualche modo il mio interesse.

Non nascondo che da quando la mia azienda opera on-line attraverso il proprio e-commerce, osservo il mondo internet con occhio un po’ diverso da come lo vedevo prima.

In buona sostanza ora analizzo qualsiasi tipo di novità che il web propone con una doppia valenza: personale ed aziendale.

Quali sono i vantaggi (se ci sono) che hai riscontrato per la tua attività, in conseguenza al blog aziendale?

Da parecchio tempo seguo con una certa assiduità blog/siti/forum che si occupano di marketing.

Ovunque ho avuto modo di leggere (a volte anche fino alla nausea) che l’unico modo per aumentare gli accessi al proprio sito è quello di offrire contenuti di qualità.

Quale miglior modo di un blog per avvicinare un sempre maggior numero di utenti al mio negozio?
Sicuramente a posteriori posso dire di averne guadagnato in visibilità, ma non so quanta di questa visibilità si sia poi trasformata in vere e proprie vendite.

Fondamentalmente mi piaceva – e mi piace ancora oggi – pensare che il blog Nextink, possa essere diventato un punto di riferimento per una nicchia di utenti interessati alle notizie sul mondo della stampa.
Se questi lettori sono diventati, o diventeranno clienti Nextink, ancora meglio!

Utilizzi altri strumenti del “web sociale” (per esempio le reti sociali come Facebook, o i siti di condivisione come YouTube) per promuovere la tua azienda e i tuoi prodotti?

Come dicevo prima, sono molto attento a tutto quel che accade sul web, quindi Nextink non poteva non avere un account Twitter ed un gruppo su Facebook!

Penso che il fenomeno “social” sia molto interessante sotto molti punti di vista: il Viral Marketing permette di scatenare delle reazioni a catena che, con azioni commerciali più tradizionali, sarebbero davvero impensabili in tempi brevi.

Nextink propone prodotti legati all’informatica.

Alla luce della tua esperienza, ritieni che la rete sia più adatta a promuovere determinati prodotti rispetto ad altri?

In generale ritengo che l’acquisto on-line sarà la naturale evoluzione del commercio tradizionale.

Detto questo, è normale che ci siano particolari settori nei quali, per le attitudini informatiche dei potenziali acquirenti, è più facile riuscire a vendere certe tipologie di prodotti.

E’ ovvio che ci sono, e ci saranno sempre, tutta una serie di prodotti che sarà più difficile vendere on-line: penso ad esempio ad un quadro di valore, o ad un’automobile che il cliente preferisce magari “toccare con mano” o “provare” prima dell’acquisto.

In concreto, ti senti di affermare che la partecipazione alle conversazioni online ha un ritorno in termini di vendite, o si tratta di benefici indiretti?

Penso che siano vere entrambe le cose.

Probabilmente i benefici indiretti arrivano molto prima delle vendite ma, nel medio/lungo termine, come si suol dire, “il lavoro paga”!

In termini di tempo, la promozione dell’azienda sul web quanto ti porta via?

Sei tu l’unica persona coinvolta, o ti fai aiutare?

La promozione aziendale, sotto tutte le sue forme, mi porta via almeno il 50% della giornata lavorativa.

Da sempre sostengo che puoi essere molto competitivo, ma se il mondo non sa che esisti, tutta la tua bravura viene dispersa nel nulla.

Paradossalmente, un negozio mediocre con una comunicazione vincente, vende molto di più di un ottimo negozio che comunica in modo errato o insufficiente.

Mi occupo personalmente ed esclusivamente del marketing, con l’obiettivo di trovare sempre il miglior rapporto costi/benefici rispetto alle azioni commerciali che porto avanti ogni giorno.

Che percentuale del marketing di Nextink passa dal web?

Nel corso degli anni ho avuto modo di sperimentare praticamente tutti i principali canali di comunicazione: radio, TV locali, carta stampata, sponsorizzazioni di eventi e/o manifestazioni ed ovviamente il web.

Devo ammettere che i risultati che mi ha dato il web non li ho ottenuti con nessun altro canale “tradizionale”.

Del resto per un’azienda che opera esclusivamente online, ritengo che svolgere almeno il 75% della propria attività promozionale su internet, laddove “vive” il proprio target di riferimento, abbia un senso.

Almeno, questa è la mia personale esperienza.

Se il tuo più caro amico intraprendesse un’attività imprenditoriale e ti chiedesse un consiglio sul marketing, gli parleresti del “web sociale”?

Se sì, come?

Il primo consiglio che gli darei è quello di non utilizzare mai forme di comunicazione troppo “invadenti”.

Le nostre caselle e-mail sono sommerse dallo spam ed in genere da comunicazioni indesiderate, per cui la linea fra comunicazioni “utili” ed “inutili” è molto sottile.

Personalmente ritengo che tutti gli strumenti che il web mette a disposizione (incluso il social marketing) vadano usati nella maniera corretta.

Ogni strumento di comunicazione può trasformarsi in un vero e proprio boomerang se utilizzato nella maniera sbagliata, quindi in generale, se dovessi dare un suggerimento, consiglierei di utilizzare tutti gli strumenti che la comunicazione mette a disposizione, ma sempre e comunque con le dovute cautele.

Bloggare è divertente per te?

A certi livelli, l’attività di blogging è da considerarsi a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro, un lavoro che richiede un elevato impegno, soprattutto in termini di tempo.

Anche le cose che a prima vista sembrano le più semplici, come ad esempio trovare degli spunti o delle notizie interessanti da comunicare ai propri lettori, se svolte giornalmente possono diventare un’attività gravosa.

Ciò non toglie che tutte le cose fatte con passione siano sempre e comunque divertenti… almeno… per quanto mi riguarda è così!

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio)?” di Massimo Carraro, ed. Alpha Test, sarà in libreria nel mese di febbraio. Per avere un codice sconto del 20% senza obbligo di acquisto basta una mail.

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Ottime notizie sul fronte del libro: abbiamo visto le prime copie campione (come vedete nella foto, io e Angelo siamo stati i primi a metterci le mani).

Queste prime 5 copie di Un etto di marketing – mi ha spiegato l’editore – sono i primissimi pezzi che vengono esaminati per controllare che non vi siamo errori grossolani. A me è sembrato il libro più bello mai stampato, altro che errori! Ora quindi partono le stampe vere e proprie, mentre questi libri sono stati regalati ai coworker Cowo (lo dico sempre che il coworking ha i suoi vantaggi).

Altre belle notizie:

  • il prezzo è più basso del previsto: Euro 14,50 anziché 15;
  • mi è già arrivato il codice sconto del 20%, da distribuire a chiunque ne faccia richiesta;
  • sono quasi certo che ci sarà un bell’evento di presentazione, a Milano verso il 18-20 (stay tuned);
  • sul sito dell’editore, Alpha Test, il libro è comparso tra i “prossimi arrivi“, e c’è anche un pulsante che permette di essere avvisati automaticamente appena sarà disponibile.

Insomma, ci siamo quasi.

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Nuova pagina in anteprima dal libro Un etto di marketing, prossimamente in libreria: l’intervista a Gianpaolo Paglia, conosciuto sia tra chi ama il vino sia tra gli estimatori della condivisione in rete.

Gianpaolo è infatti blogger esperto, attività che porta avanti da anni in coppia con la moglie, Justine Keeling, dalle pagine web del sito della sua azienda Poggio Argentiera, posizionata a livelli di eccellenza e presente sui maggiori mercati internazionali.

INTERVISTA A GIANPAOLO PAGLIA (AZIENDA VITIVINICOLA POGGIO ARGENTIERA).

Bloggare per la tua azienda vitivinicola: è una scelta dettata dalla passione o dal ragionamento?

E’ stata una evoluzione naturale del mio uso di internet, che è cominciato con i forum sull’argomento e con la frequentazione di newsgroup come it.hobby.vino.

La mia è sopratutto una scelta coerente con i miei interessi personali piuttosto che una strategia ragionata di comunicazione.

Hai fatto delle valutazioni prima di iniziare?

No, nulla di particolare.

Ti sei prefissato degli obiettivi?

Se sì, ritieni di averli raggiunti?

Niente obiettivi particolari, ma sono contento di avere un certo numero di lettori del mio blog, all’incirca un centinaio di unici al giorno, che mi gratifica e mi induce a continuare a scrivere.

Da quanto tempo porti avanti il blog di Poggio Argentiera?

Se dovessi ricominciare ora, faresti qualcosa di diverso?

Credo che siamo intorno ai 4 anni.

L’unica cosa che avrei dovuto fare subito ma che ho ritardato è stata quella di bloggare con il mio dominio, “poggioargentiera.com”, invece che con domini altrui.

Il blog ha anche una sezione di e-commerce, dove vendete i vostri vini. Che relazione c’è tra il blog e le vendite?

Direi abbastanza poca.

Il mio shop per me è soprattutto una possibilità in piu’ per quei pochi che cercano in modo particolare un mio vino e non riescono a trovarlo nella loro zona.

Lo vedo come un servizio in piu’ al mio lettore/cliente, piu’ che una possibilita’ reale di business.

Utilizzi altri strumenti del web “sociale” per la tua azienda?

Twitter, Facebook, Friendfeed, Vinix, tutti in modo abbastanza saltuario.

Si sa che il mondo del vino su internet è intensamente popolato di blogger e appassionati che discutono molto… come ti senti rispetto a questo affollamento?

Lo ritieni una ricchezza cui attingere o una minaccia che rende più difficile emergere?

Non mi pongo il problema di emergere, il mio lavoro non è fare il blogger ma fare il vino.

Uso il blog per comunicare quello che faccio e chi sono, ed è quello che mi interessa, ma non mi pongo assolutamente in competizione con i vari blogger del vino.

Piuttosto mi sembra che ci sia una scarsità assoluta di aziende di vino che usano il blog, e questo mi rende in una posizione se vogliamo privilegiata, ma non ne faccio un punto di vanto, semplicemente molti non sono ancora arrivati ma arriveranno.

Quali tra questi aggettivi definisce meglio la tua attività di marketing su internet per la tua azienda, e perché?

– divertente
– remunerativo
– interessante

(naturalmente puoi darne altri se preferisci…)

Divertente, arricchente, formativa.

Il tuo blog ha anche una parte in inglese, significa che portate avanti una conversazione anche su mercati esteri?

Mia moglie è inglese, e quindi l’idea era di partire con una conversazione parallela, ma non la copia della mia tradotta in inglese, ma una cosa completamente indipendente anche se sulla stessa pagina.

Purtroppo il fatto che in questo momento lei si trovi a gestire 3 figli molto piccoli non ha reso possibile un vero e proprio esperimento, ma arriveremo piu’ avanti.

Infine, cosa c’entra il vino con internet?

C’entra come c’entra tutto il resto.

Non credo che il vino c’entri in modo particolare, ma fa parte della vita di alcune persone e sicuramente internet permette scambi e networking impensabili prima di lui.

Per me è una miniera di informazioni e un modo per rimanere a contatto con le opinioni di una parte dei miei clienti, e dire anche la mia in piena liberta’.

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio)?” di Massimo Carraro, ed. Alpha Test, sarà in libreria nel mese di febbraio. Per avere un codice sconto del 20% senza obbligo di acquisto basta una mail.

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Piccolo ritardo imprevisto del libro, dovuto ai tempi di stampa e di distribuzione.

Nel frattempo cercherò di intrattenervi adeguatamente sul tema del marketing per salumieri…

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Andrea Gori, titolare della Trattoria Da Burde di Firenze, anche conosciuto come “sommelier informatico”, ha accettato di raccontare la sua preziosa esperienza di marketing sulle pagine di Un etto di marketing, a giorni in libreria.

INTERVISTA AD ANDREA GORI (TRATTORIA DA BURDE).

Se non sbaglio, tu eri appassionato di tecnologia quando hai iniziato a
bloggare per la tua attività, è così?

Quanto ha contato questa tua predisposizione?

Diciamo che mi piace considerarmi un “nativo digitale” in quanto i
miei ebbero la bellissima idea di regalarmi un commodore 64 all’età di
8 anni quindi praticamente ho vissuto una vita con i computer, anche
se quasi esclusivamente per giocare.

Ma dopo aver lavorato in una società di consulenza e formazione a distanza, una delle prime ad avere la banda larga in Italia (parliamo del 1999), mi si sono aperti gli occhi e ho cominciato a vivere digitalmente ogni aspetto della mia vita.

E quindi, quando ho cominciato a bloggare come sommelier per
Burde, è stata una evoluzione naturale del mio modo di vivere e fare
business.

Pensi che altri potrebbero seguire il tuo esempio, nella diffusione del
passaparola per la propria attività, nel tuo settore?

O ritieni la tua esperienza peculiare e irripetibile per qualche motivo?

Irripetibile in quanto forse in molti aspetti sono stato precursore e
le mie attività web hanno suscitato interesse spesso più per la loro
novità che per il loro reale valore di marketing.

Non consiglierei a nessuno di aprire un ristorante e mettere 1167 video su YouTube per promuoversi, ecco…

Però molti aspetti, carta dei vini online, menu, interazione continua con i clienti, presenza su forum e comunicare quello che si fa ogni giorno, ecco questo penso siano aspetti che nessun ristoratore o sommelier possa trascurare.

Potresti affermare che hai avuto un incremento delle vendite grazie alla tua attività online?

Se sì, hai voglia di spiegare come?

Diciamo che ogni mese ho almeno una trentina di clienti che vengono da
Burde quasi esclusivamente per conoscere me e dove vengono girati i
video, manco fosse il set di un film!

Moltissime serate particolari con vini ricercati e preziosi hanno avuto poi una partecipazione di pubblico impensabile per un evento promosso in altro modo (Sassicaia e cinghiale , 55 euro, 80 persone, non so come avrei fatto altrimenti a convincerli tutti!).

Poi ci sono tutti i lavori che svolgo come consulente web e enoico per aziende cantine e case editrici e degustazioni e show a pagamento in vari eventi e  manifestazioni (alla stregua di altri giornalisti del settore) il che è un indotto non indifferente e che però afferisce ad “Andrea Gori sommelier informatico” più che alla Trattoria.

In questo senso spesso il blog finisce con essere più il blog del Sommelier Informatico che quello della Trattoria, ma è inevitabile ad un certo punto.

Si sa che il blog, il microblog e i social network sono attività gratuite (a
parte il dispendio di tempo ovviamente!).

Per favorire la conoscenza della tua attività economica hai affrontato anche investimenti di tipo economico (ad esempio, pubblicità tramite Google Adwords)?

Abbiamo speso qualche euro (circa 500 in  un anno ) per la presenza su
di un portale toscano molto importante e decisivo, specie per gli
eventi, una tantum.

Ma per il resto solo tempo, tantissimo, credo di essere sulla media di circa 2 ore al giorno negli ultimi due anni spesi tra blog e social network vari, festivi e ferie inclusi, ovviamente!

Se ti trovassi a tavola con qualcuno all’inizio del tuo percorso, poniamo per esempio un giovane sommelier che sta aprendo una piccola enoteca, quali sono le tre cose che ti sentiresti di dirgli, rispetto al passaparola in rete?

Di non sottovalutarlo e di seguire ogni discussione del vino che passa
in rete, coltivare ogni piccolo contatto e “amicizia” e soprattutto
essere sempre onesti e coerenti.

E di avere pazienza perchè come il passaparola normale, anche quello web “non dopato” ha tempi piuttosto lunghi rispetto ad altre forme di marketing.

Molti non si avvicinano al mondo di Internet perché ritengono che serva troppo tempo, per partecipare in modo serio e fruttuoso alla partecipazione in rete.

Secondo te quanto tempo serve per iniziare?

Negli ultimi due anni ho dato consulenza “informale” a moltissimi che
si avvicinavano al blogging (come del resto è stata fatta a me dai
tipi di Vino24.tv che mi diedero da leggere Naked Conversations, il libro che mi ha cambiato la vita) e ho visto che in realtà se non ci sono preclusioni di fronte alla tecnologia, bastano davvero poche settimane, con l’approccio giusto.

E quanto tempo dedichi tu al tuo blog?

Un’esagerazione, come ti dicevo, almeno due ore al giorno, ovviamente
extra-orario di lavoro!

Infine: cosa c’entra il web con le trattorie e il buon vino?

Tecnicamente niente, ma come tutte le cose che sulla carta ti sembrano
distanti anni luce, alla fine portano risultati davvero inaspettati.

E in termini pratici , credo che almeno nel caso del vino ci sia una
componente di status sociale e condizione economica, chi naviga con
costanza sul web in Italia per adesso sono persone con una certa
preparazione e dotazione economica, due elementi purtroppo
imprescindibili per chi vuole andare per ristoranti e belle bottiglie.

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio)?” di Massimo Carraro, ed. Alpha Test, sarà in libreria nel mese di febbraio. Per avere un codice sconto del 20% senza obbligo di acquisto basta una mail.

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La pagina in anteprima di oggi, tratta da Un etto di marketing, riporta l’intervista all’imprenditore Antonangelo De Martini (conosciuto in rete anche come Dema).

Dema, persona di grande cultura informatica, non risparmia alcune note di scetticismo rispetto alle possibilità del marketing dell’ascolto.

INTERVISTA AD ANTONANGELO DEMARTINI (DEMA).

Perché hai iniziato a bloggare per la tua azienda?
Come mai non avete scelto la via del sito tradizionale?

Tutto accadde quando il nostro provider di hosting in America fallì nell’aprile del 2006.

All’epoca il sito aziendale era su Drupal articolato quasi come un blog, ma con molte altre sezioni di utilità come le liste di spedizioni ai clienti, le gallerie fotografiche del campionario etc etc.

Riportato tutto a zero, vista la mancanza di backup ho deciso di aprire un blog su WordPress.com e spostare il dominio demaitalia.com verso la nuova piattaforma.

Direi quindi che non c’è stata una decisione ragionata in termini di visibilità piuttosto che di relazione diretta con il cliente, ma una ragione puramente tecnica.

Apparentemente, il prodotto della tua azienda (infradito, pantofole e ciabatte, giusto?) non sembra essere ricco di spunti per la conversazione.
E’ stato mai per te un problema?

Il problema del coinvolgimento nella conversazione in un settore come il mio credo sia comune a tutti i corporate blog.

Fino a che punto una persona si puo’ sentire legata ad una azienda , anche se questa ha deciso di stare ad ascoltarti?

Francamente avrei auspicato che i primi utilizzatori di blog.demaitalia.com fossero i miei distributori piuttosto che gli end-user ma al momento nessuno usa il blog per commentare e farsi coinvolgere nella conversazione.

Credo che alla base di tutto questo ci sia anche una mia responsabilità, forse dovuta al fatto che non riesco a coinvolgere chi legge.

Tra le piattaforme che utilizzi per la tua azienda ci sono Flickr (condivisione di foto) e Getsatisfacition.com (servizio clienti online, gestito da un service esterno).
Cosa puoi dirci di queste scelte?

Circa un anno fa Pietro e Silvia (googlisti.com) mi domandarono come concepissi l’uso di Flickr come vetrina per il mio campionario e se non usassi impropriamente uno strumento che è nato per la condivisione del lifestream visivo.

Risposi che non avevo aperto un photostream specifico per i campionari di Dema ma avevo integrato le foto del campionario a quelle delle mie vacanze e della mia vita.

La mia vita è il mio tempo libero e il mio lavoro, e dentro il mio Flickr ci sta tutto dentro.

Getsatisfaction.com l’ho scoperto solo un paio di mesi fa, sperimentando l’integrazione di Intensedebate con WordPress.

Lo trovo uno strumento fantastico. Un customer care evoluto e soprattutto trasparente che secondo me dovrebbero adottare tutte le aziende in rete.
Per ora purtroppo è solo in inglese e questo non aiuta, soprattutto perché ha moltissime funzioni che possono disorientare gli utilizzatori meno esperti.

Attenzione: è uno strumento che possono usare solo le aziende che hanno deciso di mettersi in gioco con la rete. Non si possono moderare i commenti scomodi!

E Twitter?

Twitter è fantastico. C’è un piccolissimo problema: per essere efficace hai bisogno di followers e a meno che tu non sia una celebrity è difficile raggiungere una massa critica adeguata.

Tuttavia lo strumento Twitter search, che sempre più persone stanno usando, puo’ fare arrivare traffico al tuo sito e generare un qualche interesse.

Hai mai fatto una seria valutazione economica dell’attività legata al blog, in termini di ritorno dell’investimento?

Sono cose da analisti della Luiss il ROI e tutte le altre menate.

Le PMI sono ancora focalizzate unicamente al loro core business. Francamente non ci si spinge così nel profondo.

A tuo parere, occorre essere appassionati di internet e/o di informatica per avvicinarsi a questi approcci di marketing con successo?

Nel mio caso ha aiutato.

E ti dico che ha aiutato anche il mio approccio totalmente disinteressato con la parte conversante in rete.

Tutte le relazioni che si sono sviluppate con gli abitanti della rete sono nate tra me e loro.

Non ho mai cercato di coinvolgere blogger con l’azienda, come so che fanno molte agenzie, i pay per post per capirci .
Secondo me sono pratiche scorrette e alla fine controproducenti.

Mi viene in mente una citazione famosa di Tomas Milian “Monnezza” ma credo che tu te la sia già immaginata…

Ti sentiresti di incoraggiare un imprenditore agli inizi sulla strada del social web?

Sicuramente sì, con una raccomandazione.

Rimani in ascolto, parecchio .
Molte volte anche un anno di lurking (osservazione senza partecipazione) puo’ non bastare per capire come muoversi all’interno dell’ambiente.

Ancora una volta voglio ribadire però che sono scettico circa il reale coinvolgimento delle persone da parte di un brand.

La mia esperienza è atipica in quanto mixo la mia passione per la rete con la mia attività imprenditoriale e dentro il calderone ci finisce poi alla fine la mia vita,  o quanto meno quello che voglio condividere di essa.

Il catalogo Dema è stato pubblicato su Flickr. Gli interlocutori del trade, cioè i commercianti, i distributori, gli agenti, come hanno accolto questa novità?

Non c’è un problema di riservatezza rispetto a eventuali curiosi della concorrenza?

L’hanno vissuta come uno spazio dove trovare le foto.

Il disorientamento avviene quando dopo le foto di una ciabatta trovano il mio faccione ad un aperitivo con gli amici o in vacanza da qualche parte.

La riservatezza viene garantita da una disclosure del campionario quando ormai i giochi sono terminati.

Nel mio lavoro i tempi sono determinanti per la presentazione della collezione.
Se rendi pubblico il campionario dopo una certa data la concorrenza non puo’ copiare i modelli e riuscire ad andare in consegna.

Infine: cosa c’entra il web con le infradito?

Lo sai che devo ancora capirlo ?

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio)?” di Massimo Carraro, ed. Alpha Test, sarà in libreria a fine gennaio. Per avere un codice sconto del 20% senza obbligo di acquisto basta una mail.

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