— oh my marketing!

Ce la faremo? Chiedi a Luca Conti.

Luca Conti, uno dei nostri top blogger, non ha bisogno di presentazioni nella blogosfera, non solo italiana.

Come autore del blog di informazione Pandemia, infatti, è un importante riferimento per molti, senza contare la sua attività di buzz consultant, autore, relatore.

Rispetto alla nostra domandina-da-un-milione-di-euro (Italia: ce la faremo?), Luca risponde dalla prospettiva di chi vede il suo paese con gli occhi dei nuovi media e la mentalità di un comunicatore dal basso, professionalmente attivo in ambito internazionale.

Una visione, quindi, particolarmente interessante.

Con l’intervento di Luca, che ringrazio molto, concludo il giro di opinioni sulla situazione italiana nato – lo ricordo – dall’articolo del New York Times “In a Funk, Italy Sings an Aria of Disappointment” che ci descrive come una nazione praticamente allo sbando. (E ancora non avevamo conosciuto da vicino la signora Mastella e quel simpatico mattacchione del marito).

E ora, la parola a Luca:

Sono ottimista e mi viene spontaneo rispondere: sì, ce la faremo. Pensandoci un po’ su il mio ottimismo muta in realismo e la risposta cambia in un “mah, non è detto!”.

Nonostante c’è chi sostenga il contrario, un rischio di declino del paese lo vedo e a mio avviso ci siamo già dentro.

Lo spazio che ci separa dall’altro lato del Mediterraneo è immenso e non ci siamo per nulla avvicinati: il divario tra nord e sud del mondo continua a crescere purtroppo. Sono gli altri paesi europei che si son mossi un po’ più a nord e cominciamo ad allontanarci anche dalla Spagna, paese estremamente dinamico, online e offline.

Con questo voglio dire che in questi anni abbiamo perso molti treni e non è detto che continueranno a passare.

La metafora del treno non è casuale perché il livello del servizio in Italia è indicativo del sistema paese.

Ciò nonostante restiamo una delle prime dieci potenze del globo e abbiamo quindi un immenso potenziale di crescita e di miglioramento.

Se risolvessimo qualche problema strutturale potremmo fare un grandissimo salto di qualità, fermo restando che alcuni punti di forza sono nostri e ineguagliabili (clima, cultura, cibo).

Ce la possiamo fare quindi, ma dobbiamo stringere i denti e continuare a lottare giorno dopo giorno, senza risparmio.

(I precedenti articoli hanno ospitato l’opinione di Andrea Andreutti, Giona Maiarelli, Andrea Boaretto, Sean Carlos).