Ho letto The 4-Hour Workweek.
E mi è piaciuto. Per tanti motivi:
– finalmente un business-hero che mette la vita prima del business
– finalmente un modello di business-style che non ha per obiettivo la vendita plurimilionaria stile google (vedi Founders at work), ma la felicità prima di quel momento
– è un progetto lucido, chiaro, teso
– l’autore, benchè self-made-millionaire, ha i piedi per terra, lo senti vicino
– tutta questa cosa – il lifestyle design, i new riches, i mini-retirements, la low-information diet – è affascinante da morire
– c’è humour
– fa sognare, e riflettere
– insegna delle cose, anche se non segui il suo metodo al 100%, puoi trarre moltissimi spunti utili
– è una storia avvincente
– c’è una montagna di online references
– spiega come sottrarsi alla schiavitù dell’email (this only can change your life, dice, e ha ragione)
– introduce ai piaceri dei Virtual Assistants (gente che dall’India ti paga le bollette o ti prepara il materiale della prossima presentazione)
– dice come incrementare la velocità di lettura del 12.719% (c’è veramente, il metodo lo vende una sua azienda)
– il tutto è integrato dai materiali disponibili sul sito
Insomma, è irresistibile. Pensare che ero scettico…
Il 29enne autore del libro, Tim Ferriss, ha anche un blog.
297 pagine in una frase:
Non ammazzatevi di lavoro tutta la vita per scoprire poi che la pensione è una fregatura: potete vivere come milionari lavorando pochissimo, se siete bravini a impostare le cose come vi dico io. Vale per imprenditori e impiegati.
[UPDATE 25/5/2008: Ho visto oggi l’edizione italiana, è pubblicata da Cairo Editore. Mi chiedo come mai abbiamo tradotto il titolo in “4 ore alla settimana”, perdendo il concetto di 4-hour-workweek].