— oh my marketing!

Quando comandano i soldi.

In pubblicità, secondo me, ci sono state due epoche. Quella in cui i grandi creativi fondavano le agenzie, e quella in cui la finanza ha preso il sopravvento (in cui ci troviamo ora).

Senza fare (spero) la figura dell’idealista naif, io penso che quando le aziende sono guidate da chi sa come si lavora, le cose vanno meglio. (Bill Gates: if you open my brain, all you see is software… sarà quel che sarà ma almeno conosce il suo business. Un altro è Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea, per esempio).

Quando comanda chi capisce solo i bilanci e le quotazioni di borsa, succede che si perdono fette di business importanti per motivi che nulla hanno a che vedere con il business stesso.

Per questo tipo di visione – antitetica a quella strategica – le agenzie di pubblicità hanno perso il media, la produzione, e la voglia di innovare. Se ci fosse gente come Armando Testa o Bill Bernbach sulle sedie di gente come Martin Sorrell o Maurice Lévy, lavoreremmo tutti in un settore di punta.

Invece, stiamo qua a macinar quattrini per gente che capisce solo quelli, arrancando in un ambiente decisamente borderline. O no?