Trovarsi dei buoni maestri anche oltre la 5a elementare. Consiglio inutile.
Ho già detto quando parlavamo di consigli inutili che per me (e credo per chiunque svolga un lavoro con passione) la questione dei maestri è fondamentale.
Per maestri intendo quelle figure che all’inizio della tua carriera ti fanno capire dove orientare il tuo sacro fuoco professionale, come gestirlo, in definitiva: capire quello che stai facendo.
E’ sempre stato difficile, ora forse – con la difficoltà di trovarsi un lavoro, lasciamo perdere i maestri – è impossibile. Anche se la rete ci può venire in aiuto (chi scrive sta per compiere 49 anni e non disponeva di internet, quando cercava disperatamente qualcuno che gli insegnasse qualcosa). A proposito, avete mai letto un blog dall’inizio alla fine? Beh, è un buon modo di imparare da qualcuno che stimate, io l’ho fatto con Hugh MacLeod.
Per me la sfida è continuata anche oltre gli anni iniziali.
Dopo aver lasciato le grandi agenzie di pubblicità che mi hanno insegnato tutto (dove i maestri, buoni e cattivi, non mancavano mai), ho scoperto che potevo imparare dai clienti. Questa frase, imparare dai clienti, sarebbe suonata come una specie di eresia, negli anni in cui copy e art erano i sovrani assoluti della comunicazione (i mitici ottanta), eppure contiene molta verità, imho.
Negli ultimi sviluppi del mio lavoro della mia vita, ho capito che quando gira la domanda “vediamo chi è il più vecchio qui dentro” vinco quasi sempre io.
E trovo, tra le persone che mi aiutano a capire quello che faccio, gente di 10-20 anni più giovane di me.
[I “consigli inutili per giovani creativi” sono una serie (inutile) iniziata qui, continuata qui e poi qui e qui e qui e anche qui].